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![]() CALVINISTE, CHIESE Chiese nazionali "riformate" modellate sulla base delle Ordonnances ecclésiastiques (1541) della Chiesa calvinista di Ginevra, da cui vennero tratti anche i testi liturgici e musicali. L'accentuata unitarietà delle direttive provenienti da Ginevra, dove esisteva una scuola di formazione per predicatori chiamata Accademia, assicurarono al calvinismo, pur nell'articolazione nazionale o settaria delle sue Chiese, una compattezza e un'incisività assai notevoli davanti ai problemi connessi all'attuazione della Riforma, soprattutto nei suoi risvolti di conflitto con le autorità civili. Chiarezza dottrinale, saldezza organizzativa e fervore missionario, uniti a un rigorismo etico considerato anche come fattore di proselitismo, consentirono alle Chiese calviniste di trionfare laddove luteranesimo, zwinglianesimo e anabattismo, avevano mostrato segni di scarsa unità e di debolezza davanti al potere secolare, offrendo spazi di riconquista alla Controriforma. Sfruttando le situazioni di disagio sociale create dall'assolutismo confessionale dell'Europa del XVI secolo, il calvinismo si propagò in vari stati europei, dando origine a Chiese nazionali che si dotarono ciascuna di una propria confessione di fede sul modello del Catechismo della Chiesa di Ginevra (1542). La Chiesa riformata di Francia approvò la Confession de foy durante il primo sinodo nazionale tenuto dagli ugonotti nel 1559, alla vigilia della crisi dinastica; seguirono la Confession of Faith (1561) della Chiesa di Scozia, dal 1560 Chiesa di stato, cui l'azione di J. Knox conferì la struttura presbiteriana; la Confessio belgica (1561) dei Paesi bassi, dove si formò il gruppo di Chiese riformate più compatto e vivace, in concomitanza con la rivolta dei gueux contro la Spagna; il Catechismo di Heidelberg (1563), formulato con il passaggio al calvinismo di Federico III del Palatinato, seguito da altri prìncipi (Brandeburgo, Nassau, Anhalt) e città (Emden, Brema), che portarono il calvinismo a rappresentare circa un terzo del protestantesimo tedesco, il quale alla fine della guerra dei Trent'anni ottenne l'estensione del riconoscimento accordato al luteranesimo con la pace di Augusta (1555); la Confessio helvetica posterior (1556) della Chiesa riformata svizzera, che in quella circostanza assorbì definitivamente le Chiese zwingliane. In Inghilterra il calvinismo si diffuse in un momento di debolezza della monarchia, sotto Edoardo VI, influenzando il Prayer Book della Chiesa anglicana, ma neppure con il trionfo del puritanesimo con Cromwell riuscì a diventare Chiesa di stato. Propagate in America da dissidenti inglesi, le sette calviniste vi diedero un contributo decisivo allo sviluppo della democrazia politica e dell'idea di diritti del cittadino. In Sudafrica la Chiesa calvinista fu istituita dai coloni olandesi. Dopo una fase di risveglio religioso contro le tendenze secolariste della teologia protestante liberale in Olanda alla fine del XIX secolo, il calvinismo partecipò attivamente nel XX secolo al movimento di resistenza al totalitarismo nazista, promuovendo con K. Barth la nascita della "Chiesa confessante" (vedi luteranesimo). Verso la fine del XX secolo il calvinismo contava circa cinquanta milioni di seguaci, tra i più vivaci del cristianesimo dal punto di vista teologico. M. Pellegrini |
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